venerdì 25 luglio 2008

Terre Silvate 2007 per GoWine

"Giallo paglierino vivo, bello. Naso irrequieto, volatile al limite, piccoli frutti rossi e note di smalto si alternano a caratteri più tipologici di erbe, di agrumi, di buccia, di frutta secca. Bocca dall'attacco pieno resa godibile da una traccia di zuccheri residui e stimolata in modo vibrante da un'acidità davvero contagiosa, viva, succosa, che spinge e disegna. Tensione e articolazione. Lungo". 90/100
Posso solo notare come si tratti del punteggio più alto del lotto di verdicchio degustati. Ma, al di là di questo, mi fa molto piacere vedere come sia stato capito a fondo il vino, col suo naso complesso e spiazzante, con la sua bocca "alsaziana" che gioca sulla dialettica fra dolcezza ed acidità.

martedì 22 luglio 2008

Devil with the blue dress...

Non so se quello di domenica 20 luglio a Barcellona sia stato davvero l'ultimo concerto di della E Street Band in Europa. Questi sono i rumors. Queste sono le voci. Quello che so con certezza è che c'ero. E che stavo nel Pit. Per capire il clima: al mio amico Daniele poco prima dell'inizio è arrivato un messaggino sul cellulare da un altro fan disperso nell'immenso Nou Camp. Diceva: "The last dance? Almeno che sia memorabile". E memorabile lo è stato.
Si è capito da subito. Bruce aveva dentro il demonio. La faccia di chi pensa "adesso vi sbrano", col sopraciglio inarcato, le vene del collo gonfie e gli occhi della tigre. La band ha tirato a mille, i 75.000 del Nou camp erano impressionanti, la scaletta è scivolata via senza alcun momento di bassa tensione, il volume era finalmente alto ed i suoni molto belli. Livelli stellari. Giusto per smentire quanto avevo scritto dopo Amsterdam, cioé che vedevo Bruce e la band oggigiorno più adatti alle arene che ai grandi stadi, il capo e gli estreeters ci hanno massacrati con un tiro ed una presenza mostruosi. Con tutta la selvaggia potenza di fuoco con cui sono entrati nella storia del rock. Da questo punto di vista Prove it all night, Light of day, Youngstown e Murder Inc. sono state assolutamente incredibili.
L'unico rimpianto, anche se significa davvero non esser mai contenti, è che sulla scaletta originaria scritta a mano c'era proprio l'accoppiata Drive all night/Racin' in the street, ovvero uno dei motivi per cui mi sono imbarcato in questo ennesimo atto della saga. Ma evidentemente in una serata ad alta tensione rock non c'era posto per ballate simili. Dai vari stravolgimenti di setlist è venuta fuori una I'm goin' down, da me mai precedentemente sentita e pezzo che adoro, scatenando un pandemonio come raramente ho visto. Peraltro la scelta del pezzo finirà nell'alveo della interminabile aneddotica springsteeniana e resterà stampata nei miei ricordi avendone vissuto da molto vicino la genesi. Poco altro da aggiungere. Se non che Evan James Springsteen, salito sul palco con tanto di chitarra acustica, è stato presentato dal padre insieme al resto della Band. Ed è l'ennesimo cerchio che si chiude nella saga Growin' up with Bruce. Poi solo un misto di gioia e commozione e stanchezza.

sabato 19 luglio 2008

Verdicchio 2007: primi riscontri.

Posso cominciare a fare un primo bilancio della annata 2007. Annata difficile. Vendemmia molto anticipata, uva un pò troppo scottata, fermentazioni interminabili. Difficile interpretare il millesimo e uscirne con prodotti che potessero avvicinarsi alla grandissima annata 2006.
Eppure i vini hanno una loro spiccata identità. Domina la morbidezza, legata anche a residui zuccherini insoliti nei miei vini, ma controbilanciati da una elevata acidità e dal mantenimento del malico. Quello che sarà Gli Eremi sta ancora fermentando ma dimostra una grandissima complessità. Il Terre Silvate, già imbottigliato in due lotti, si mostra fresco e agile nonostante il grado alcolico e gli zuccheri. Al naso è complicato ma intrigante. Si beve molto facilmente. E' piaciuto molto, a sentire alcuni clienti storici. Si sta vendendo molto bene. A dimostrazione della consuetudine ormai consolidata a bere bianchi morbidi, piuttosto che acidi.
Intanto arrivano i primi riscontri: sulla newsletter di "Identità Golose" di Paolo Marchi ne ha scritto Francesco Falcone, abbinandolo al Vigna delle Oche dell'amico Natalino Crognaletti:
Due verdicchio da cinema: se amate i bianchi della serie “tutto può accadere”, se siete alla ricerca di vini sartoriali nelle rifiniture e popolari nel prezzo, se vi piacciono le belle storie contadine trasferite in un bicchiere, non perdete di vista due super Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore: il Terre Silvate 2007 di Corrado Dottori a Cupramontana (An), 0731.781230 info@ladistesa.it, da una parte e il Vigna delle Oche 2006 di Natalino Crognaletti a Montecarotto (An) (foto, 0731.89656, az.crognaletti@libero.it, dall’altra. Il primo è irrequieto e spiazzante nei profumi, ma incanta per via di un profilo sapido di stampo nordico: acidità, sale e polpa si incastrano alla perfezione, lo sviluppo al palato è avvincente, e la persistenza ne premia il coraggio. Il secondo è più caldo, direi più mediterraneo, sa di agrumi e mandorla, di carne ed erbe. La bocca però è ugualmente scattante, vibrante, gustosa. E la persistenza preziosa. Il Terre Silvate ama le crudità di mare, il Vigna delle Oche si esalta su primi piatti di pesce. Due Verdicchio da cinema a meno di 9 euro in enoteca.
Francesco Falcone

domenica 13 luglio 2008

Il nuovo nato (un altro)

L'altra sera mi sono concesso un bicchiere di un vino da me fatto. Era una sera straordinaria, fresca, ventilata, dominata da una luce cristallina e dal suono dei grilli. Quelle sere d'estate in cui a me verrebbe semplicemente da sdraiarmi su un prato a guardare il cielo fino ad addormentarmi. Mentre sorseggiavo il mio vino mi è venuto da pensare che non ne avevo mai parlato.
E' un vino strano, un vino che avevo in mente da molto tempo e solo da qualche mese sono riuscito a concretizzare. Le uve provengono da differenti vigneti e sono raccolte a perfetta maturazione. Vengono messe in piccole cassette e fatte appassire sino all’inverno. Vengono utilizzati un po’ tutti i vitigni presenti nei miei vigneti: Trebbiano, Malvasia, Verdicchio, Sangiovese, Montepulciano. In gennaio procedo alla pressatura ed il mosto ottenuto inizia spontaneamente la fermentazione. Questo mosto viene poi aggiunto alle botticelle scolme contenenti i vini delle annate precedenti, seguendo una sorta di metodo solera.
La botte “madre” originaria contiene il vino risultante dalla mia prima vendemmia, cioè il 1999, anche essa ogni anno rinfrescata con annate più recenti. Le botti vengono mantenute scolme per favorire l’attività ossidativa e la formazione di uno strato di lieviti spontanei. Prima dell'imbottigliamento ho operato un taglio fra le differenti botti ed annate in modo da regolare il residuo zuccherino. Il risultato di questo procedimento, che mischia tecniche dello Jerez, dello Jura e del Vinsanto tradizionale, è un vino leggermente dolce, complesso e misterioso, dominato da sentori mielati, di frutta secca e soprattutto terziari.
Si tratta di un vino particolare, da meditazione. Va servito fresco, meglio se dopo una adeguata ossigenazione. Volendo trovare degli abbinamenti sconsiglio decisamente l’accoppiamento con i dolci (il residuo zuccherino non è elevato) ed è preferibile un accompagnamento a formaggi erborinati o stagionati. Per chi volesse osare davvero, consiglio di servirlo freddo, come aperitivo, in abbinamento con gamberi o scampi.

martedì 8 luglio 2008

L'affaire Brunello ed il ruolo dei Consorzi

Torno sullo scandalo del Brunello di Montalcino desangiovesizzato per sottolineare una questione che mi pare importante. Ricordo, per chi non lo sapesse, che il giovane ministro leghista Zaia ha decretato che i Brunelli certificati dall'ICQ di Firenze, con l'avallo del Ministero delle Politiche Agricole, potranno regolarmente essere esportati negli USA, scongiurando quel blocco delle importazioni che sarebbe stata una vera sciagura per Montalcino. In realtà, si tratta comunque di certificazioni basate su analisi "cartacee" e su assunzioni di responsabilità dei produttori. Dunque è da vedere se gli importatori USA si assumeranno comunque il rischio di importare vini che, fuori dalle carte, possano aver subito un trattamento di cantina a base di Merlot e Cabernet. Ma tant'é.
Quello che va notato, però, è che il decreto di fatto esautora completamente il Consorzio di Tutela del Brunello. Consorzio al quale i produttori ilcinesi hanno versato fior di quattrini ad ettolitro proprio per eseguire quei controlli e certificare quei vini che ora vengono certificati invece "direttamente" dal Ministero.
In attesa che la magistratura faccia il suo corso, una sola cosa quindi è chiara nell'affaire Brunello: che il sistema dei controlli pensato e realizzato dai ministri Pecoraro Scanio, Alemanno e De Castro si è dimostrato per quello che era, un sistema corporativo incapace di garantire la difesa di quel patrimonio collettivo che risponde al nome di "denominazione di origine".
La nuova Organizzazione Comune di Mercato entrerà in vigore prossimamente e porterà novità anche nella disciplina dei controlli. Nel frattempo non sarebbe male se si cominciasse a parlare di una eventuale riforma di questi Consorzi, che spendono male i soldi destinati alla promozione e peggio quelli destinati ai controlli. Se mai si riuscirà a costruire una rete di vignaioli indipendenti, che proprio in questi giorni pare prendere forma, una delle battaglie dovrà essere proprio questa: terzietà dei controlli sui vini e democratizzazione dei Consorzi di Tutela sulla base del principio "una testa, un voto".

martedì 1 luglio 2008

Summer's here and the time is right...

Ecco l'estate. Tempo di mietitura del grano, sfalci di erba medica, potature verdi nei vigneti. Tempo di zolfo in polvere e sieste pomeridiane. Zanzare, grigliate, birre ghiacciate. Canti di grilli alla notte, raccolta di prugne asprigne e dolcissimi fichi. Tempo di salsa di pomodoro.
Intanto Zapatero continua a vincere, anche nel calcio. Oggi guardavo Lippi e pensavo: e se in Germania nel 2006 non ci regalavano il rigore con l'Australia? E se in finale avessimo giocato senza Gattuso e Pirlo? E se De Rossi avesse sbagliato il rigore come quest'anno con la Spagna? Negli ultimi europei non abbiamo certamente giocato un gran calcio. Ma siamo stati gli unici a impedire alla Spagna di dare spettacolo, peraltro producendo due occasionissime con Camoranesi e Di Natale. Vinto un mondiale ai rigori, perso un europeo nello stesso modo. Contro la squadra dominatrice del torneo e reduci da quello che era, a detta di tutti, il "girone di ferro". Eppure Lippi è il salvatore della patria e Donadoni, grandissimo signore, un allenatore deludente. Mah... Chi ci capisce qualcosa nel pallone di oggi è davvero bravo...
La prossima settimana mi aspetta il taglio del Nocenzio 2006, che si prospetta grande, e la preparazione di un nuovo e ultimo lotto di Terre Silvate 2007 (i primi due sono andati esauriti in due mesi). La stagione turistica sta andando abbastanza bene. Tutto a posto quindi... Sì, a parte quella stramaledetta "canzonetta". Summer's here and the time is right for goin' racing in the streets... Il bastardo l'ha fatta e non riesco proprio a digerirlo. Dopo vent'anni e ventidue concerti di attesa. Proprio quando mancavo. La cura disintossicante non ha funzionato e la voglia di inseguire quel sogno non smette mai. E poi dicono che il rock è morto...
Per consolarmi ho stappato un Franciacorta realatomi dall'amico Roldano. Cavalleri Collezione 2002, sboccatura 2008. Un classicone, lievitoso, morbido il giusto, perlage un pò grosso all'inizio ma persistente. Sentori fini di crosta di pane, nocciola ed erbe, manca, come quasi tutti i Franciacorta, di quella vena sapida e tagliente che rende grandi le bolle.