martedì 24 giugno 2008

Un post incasinato

Mischio un pò di tutto, in modo un pò casuale.
Inizio con alcuni commenti su questa prima parte di stagione 2008. Consiglio a chi è interessato di visitare questa pagina del centro agro-meteo delle Marche: Meteo Assam. I dati confermano le sensazioni. Una primavera molto piovosa e solo apparentemente "fredda", nel senso che in realtà le medie delle temperature sono più alte rispetto alla media storica, confermando che anche in annate fresche la tendenza è decisamente quella di un riscaldamento globale. Come ho già scritto, si è dovuta mantenere una attenzione massima ai trattamenti a causa delle continue pioggie. I miei vigneti, trattati con basse dosi di rame, sono per ora assolutamente esenti da segni di malattie e la cosa mi riempie di soddisfazione. Le viti hanno una vegetazione impressionante, hanno avuto una fioritura notevole e portano una carico di uva decisamente elevato. Si dovrà avere ora massima cura nella gestione della parete fogliare e, soprattutto, nella gestione dell'inerbimento/sovescio. E' chiaro che se in annate calde come il 2007 l'attività è stata quella di limitare al massimo la competizione idrica, in annate come questa la mia idea è quella di cercare di consentire alle erbe di svilupparsi al meglio per togliere l'acqua in eccesso alle viti. In questo senso sono molto contento di avere iniziato anche una sperimentazione con la semina di erba medica, oltre che di favino, tra le fila.
Detto questo, non posso non dedicare qualche nota all'Heineken jammin festival cui ho assistito nella serata conclusiva. La location, il Parco San Giuliano di Mestre, è davvero molto bella. I concerti sono stati, Baustelle a parte, stupendi, a cominciare dai sempre grandi Countin' Crows, con un Adam Duritz in stato di grazia, ai convincentissimi Stereophonics, alla bravissima Alanis Morisette, accompagnata da una band mostruosa. Poi, dopo la partita di un'Italia evanescente e molle, il feroce arpeggio di Message in a bottle ha introdotto The Police. Non starò a descrivere questo magnifico concerto. Dico solo questo: l'emozione di sentire canzoni memorabili live, canzoni con cui sono cresciuto e che mai avrei pensato di poter sentire dal vivo, ha certamente superato mille volte tutti i dubbi rispetto ad una reunion che giustamente è stata definita "commerciale". Certo, Sting e Summers non si guardano in faccia, la scaletta va via su binari predefiniti e non c'è un grande calore sul palco. Ma io non avevo mai sentito un trio con questa potenza e perfezione stilistica, con una ritmica così stupefacente, con un suono così classico e moderno al tempo stesso. Con la capacità di far rivivere dei classici che hanno segnato un'epoca e che si pongono ancora come modelli di stile in grado di coniugare punk, reggae e melodia pop. Sting, che da solo non mi ha mai entusiasmato, è vocalmente in una forma strepitosa e suona il basso da dio. E Stewart Copeland è uno dei più grandi che abbia mai sentito.
Salterò il concerto di Bruce a San Siro e quello di Neil Young all'Arena di Verona. Ma dopo un festival simile posso anche accontentarmi. Specie dopo un ritorno notturno con dormita in sacco a pelo alla stazione di Mestre e sbattimenti via treno per essere al lavoro lunedì il prima possibile.
Infine, cambio di giudizio sul libro su Pancho Villa di cui avevo già parlato: in effetti è lungo e pesante ma racconta in modo dettagliatissimo le difficoltà di una Rivoluzione, al di là dei luoghi comuni, delle leggende, delle agiografie e dell'ideologia. Consigliato agli amanti del genere.

venerdì 20 giugno 2008

Troppe cose da raccontare...

...E poco tempo per scrivere. Sono reduce da una gita ad Amsterdam di un paio di giorni. Città splendida, ottima atmosfera, e concerto di Springsteen all'ArenA, il nuovo stadio dell'Ajax. Gran concerto, con una Because the night epica. A vent'anni dal mio primo concerto springsteeniano (Torino, 11 giugno 1988) l'emozione è sempre forte. La mia prima live di Spirit in the night, una Backstreets eccezionale ed una improvvisata Summertime Blues che la E street non suonava da 27 anni direi che strameritavano gli sbattimenti (ritorno a casa alle due di notte da Orio al serio). Detto questo continuo ad avere l'impressione che la band e lo Springsteen di oggi siano più adatti ai palazzetti che agli stadi, ma forse sono io che non reggo più gli stadi, chissà...
Fra poco report e foto di Musica Distesa. Tre giorni all'insegna della pioggia e del freddo, ma che bello! Che divertimento! Che musica! Si narra di stralunate jam sessions notturne, fame chimica all'alba placata da salsicce fumanti e deliranti danze notturne...
Per ora ne approfitto per ringraziare tutti quelli che si sono impegnati per realizzare Musica Distesa, a cominciare dal presidente di Cupramontana Accoglie, Erik Wempe. E poi, in ordine casuale, grazie a Marco ed Elisa, a Serena, ad Alessio, a Franz, a Giacomo, a Danny e Sacha, a Jane e marito del Cantinone, a Beatrice coi suoi woofers. Un grazie a Bianca, Marco, Giulia e Giorgia, a Gianni e Rosaria, a Marco il Bolis, a Elena, a Ivana ed Alberto, insomma alle colonne portanti di CLC. Un grazie a Oddino Giampaoletti ed a Simone Torelli, per la disponibilità. A Valeria, per tutto ma soprattutto per la pazienza. Un grazie a tutti gli sponsor. Se dimentico qualcuno, perdonatemi... Un abbraccio a quelli che hanno suonato, nonostante il freddo e l'umido e i problemi; a mio fratello, per gli sbattimenti e per la jam session finale; al Noce, mitico come sempre; a Cooper per i suoni magnifici; a Roberta per il manifesto e il myspace. A tutti quelli che sono venuti, tanti, perché venire con questo tempo è stata anche una dimostrazione di affetto. Cercare di fare qualità, nella musica come in altri settori, è sempre più difficile. Ci siamo riusciti ancora.

mercoledì 11 giugno 2008

Con la pioggia o con il sole


Anche se pioverà. Anche se farà freddo. Anche se cadranno saette. La faremo lo stesso questa seconda Musica Distesa. In faccia agli eventi atmosferici berremo e mangeremo e balleremo e ascolteremo tanta buona musica sdariati su un prato bagnato invece che asciutto, ma sarà sempre lo stesso godimento. E d'altra parte chi si ferma di fronte a due gocce d'acqua vuol dire che non sa cos'è il rock'n'roll.
Per chi volesse venire un paio di giorni controllate se c'è posto in queste strutture ricettive: http://www.cupramontana-accoglie.it/ (chi vuol piantare una tenda a La Distesa ovviamente è libero di farlo). Qualche spunto in più visitando lo spazio: www.myspace.com/musicadistesa.

sabato 7 giugno 2008

Pioggia, pioggia ed ancora pioggia.

Parafrasando D'annunzio si potrebbe dire: "La pioggia nel vigneto". L'incubo di ogni vignaiolo biologico si sta realizzando da ormai un mese, mentre pare che continuerà a piovere per tutta la prossima settimana. Pioggia più volte al giorno, quasi tutti i giorni. Umidità, dilavamenti continui, temperature intorno ai 20 gradi. Le condizioni ideali per la peronospera, insomma.
Fin qui tutto bene (come ripeteva un uomo cadendo da un palazzo ne "L'odio"). Nel senso che finora, trattando quando possibile e con le consuete dosi basse di rame, i vigneti sembrano ancora tutto sommato a posto. Poi, magari, ne riparliamo quando smette l'umido, se smette...

lunedì 2 giugno 2008

Appello in difesa dell'identità del vino italiano.

Con grande piacere ho aderito ad una importante iniziativa di cui allego un primo comunicato stampa. Invito tutti quelli che amano i vini autentici e l'agricoltura sana e di qualità a sottoscrivere l'appello ed a sostenere la campagna di sensibilizzazione.

"In seguito allo scandalo del Brunello e ai conseguenti attacchi sferrati all'identità del vino italiano da cantine industriali, enologi e critici enoliberisti, la "parte resistente" dell'enologia nazionale si riunisce per la prima volta in un appello per la tutela del nostro vino, contro ogni progetto di omologazione ai modelli imposti dal mercato globalizzato e a favore di una viticoltura più rispettosa delle regole e del territorio. Vignaioli ed enologi naturali, giornalisti indipendenti e commercianti illuminati contro un establishment che antepone le necessità del marketing al valore sociale, economico e culturale del vino.
Sarà reso pubblico a partire da oggi un appello elaborato per chiamare a raccolta le forze della "parte resistente" del mondo enologico italiano, contro i progetti di chi nel vino vede un prodotto da adeguare alle esigenze del mercato e poco altro. Il documento, redatto dai giornalisti Marco Arturi e Sandro Sangiorgi in seguito a una riflessione con il "vignaiolo ribelle" per antonomasia Teobaldo Cappellano, presenta una lista di primi firmatari che per la prima volta riunisce i principali soggetti da tempo impegnati nella difesa della tipicità e dell'integrità del vino italiano. Scorrendo questo elenco balza all'occhio la presenza contemporanea delle principali associazioni di produttori naturali: il Gruppo Vini Veri guidato dallo stesso Teobaldo Cappellano, l'associazione VinNatur presieduta da Angiolino Maule, la selezione Triple A curata da Luca Gargano e la Renaissance des AOC Italia, realtà ideata da Nicolas Joly e coordinata da Stefano Bellotti. Aderiscono anche alcuni dei più importanti giornalisti italiani di settore, oltre a produttori indipendenti, enologi di primo piano e commercianti. Il testo dell'appello, disponibile e sottoscrivibile in rete sui siti http://www.enoidentita.wordpress.com/ e http://www.porthos.it/, sembra destinato a far discutere: nel breve spazio di una pagina e mezzo gli autori difendono la validità dei disciplinari di produzione – messa in dubbio da alcuni opinion leader del campo avverso al fine di giustificare le presunte frodi di Montalcino – richiedono una maggiore attenzione da parte delle autorità di controllo, sottolineano i rischi legati a una globalizzazione sbagliata che mira a imporre l'appiattimento delle differenze e lo svilimento delle capacità contadine. Il richiamo al rispetto della terra e del territorio non può essere disgiunto dalla preoccupazione per la salute dei consumatori. Questo appello, specie se accostato a un documento simile nella forma e contrario nei contenuti realizzato lo scorso anno dall’establishment "industriale" dell'enologia di casa nostra, ripropone con forza la contrapposizione tra chi guarda al vino come a un bene culturale a tutti gli effetti e quelli che invece lo vedono quasi soltanto come valore di mercato. L'Appello in difesa dell'identità del vino italiano non è destinato a rimanere un proclama sulla carta: gli ideatori lavorano a iniziative di vario genere a sostegno di questo primo passo".