giovedì 14 ottobre 2010

Tempo di guide

Piove, fa freddino e c'è un nebbione impenetrabile... Tempo di guide eno-gastronomiche, insomma. Pronte per il mercato natalizio. Finite le anticipazioni e gli scoop, abbiamo i nomi e i cognomi. I dibattiti si accavallano su forum e blog, come ogni anno.
E' il bello (ed il brutto) delle guide, baby.
Essendo pure un consumatore di vino cerco di tenermi aggiornato. Mi stupisco di contraddizioni evidenti, di mancanze o presenze, di roboanti risultati regionali. Come tutti.
In verità un pò mi rende perplesso tutta l'attenzione rivolta da Intravino (sottotitolo: un altro vino è possibile) a questo gran bailamme generale. Le liste dei premiati attirano sempre, eppure reputo eccessivo tutto il gossip e l'attenzione, da parte di chi insegue (e spesso fa) una informazione alternativa, verso selezioni che sono, in ogni caso, anche il frutto di scelte editoriali e strategiche.
Voglio esser chiaro: mando i miei campioni da più di dieci anni alle principali guide del vino italiane con risultati spesso molto buoni; stimo molti dei giornalisti che lavorano duro per la costruzione di queste "enciclopedie" del vino italiano; credo che nella stragrande maggioranza dei casi facciano un lavoro molto professionale di censimento della migliore realtà produttiva italiana. Al tempo stesso percepisco, però, (per quel poco che capisco di vino) una tendenza delle varie guide a ragionare sempre più in termini di posizionamento sul mercato, tipo "quale è il mio lettore?"o "quale è il mio spazio di manovra?" oppure "chi voglio accontentare?" 
E dunque: ci sono aziende nuove da cavalcare, ci sono stili da imporre, ci sono mode enologiche da seguire con più attenzione, ci sono i grandi classici da non far arrabbiare: chi più, chi meno, ogni guida, vecchia o nuova che sia, cerca di accontentare un mercato di riferimento. Non esiste altro modo per spiegare incoerenze e/o differenze profonde tra le guide e fra diversi metri di giudizio nella stessa guida. Tutto ciò non è un male a prescindere: diviene un male quando ci dobbiamo sorbire la retorica - trita e ritrita - della "degustazione cieca" o della "attenzione al territorio". 
Non sono di quei produttori che vuol criticare i critici. Penso, a scanso di equivoci, che o scegli di non mandare i campioni in degustazione (scelta legittima, se fatta alla Cappellano) oppure, se li mandi, devi accettare il responso. Ciascuno fa il suo mestiere. Ed è giusto così.
Penso anche da tempo, però, che il mondo del vino dia ancora troppo peso a qualcosa che sul mercato tanto peso non ha, o non ha più. Il futuro dell'informazione eno-gastronomica dovrà e potrà essere sempre più in opere come Mondovino, in riviste davvero innovative come Pietre Colorate, in libri come Terrà e Libertà/Critical Wine o Il vino degli altri, in siti internet dall'approccio e dal linguaggio originali (come è certamente Intravino).  Ecco, soprattutto, la Rete: il luogo dove davvero può esistere un continuo confronto critico in divenire su questo o quel vino, su questo o quel produttore. 
Detto tutto ciò, e alienatemi probabilmente pure le simpatie di chi ha appena premiato il Nur 2008 come Vino dell'Eccellenza, non posso fare a meno di gioire per i tanti colleghi/amici che stimo e che hanno vinto premi importanti, da Alessandro Fenino di Pievalta ad Arianna Occhipinti, da Giovanni Scarfone di Bonavita agli Aurora. Continuando con Daniela e Antonio de Gruttola, Stella di Campalto, Stefano Amerighi, Mario Zanusso, Angiolino Maule, Carlo Venturini (mi perdoni chi non ho citato, ma vado a memoria): tutti "compagni di banco" nelle varie e sempre più numerose fiere bio/naturali. Segno che la nostra piccola/grande rivoluzione sta avendo lentamente successo.

PS Vedete, ci sono cascato anch'io: ho appena parlato di premi e guide eno-gastronomiche...

6 commenti:

ciciuxs ha detto...

comunque la tua assenza tra le chiocciole, bottiglie o monete della 'nuova' guida di slow food mi ha lasciato un tantino basito, vabbè tanto a me bastano i bei libri, non riesco a chiamarli guide, di Bietti.

Carolina l'enologa ha detto...

anche io mi aspettavo di vederti tra gli slowfoodiani..magari al posto di qualcuno che di slowfoodiano non ha niente... ci si vede a fornovo!

giovanni scarfone ha detto...

stessa soddisfazione l'ho provata io a trovare te... ECCELLENZA!!:-)))
ti abbraccio

Corrado Dottori ha detto...

@Ciciuxs e Carolina: secondo me la selezione delle chiocciole marchigiane è centrata, sono tutte aziende che hanno fatto la storia del vino marchigiano. Inoltre ci sono scelte coraggiose rispetto a grosse industrie che non portano a casa riconoscimenti... Per quanto riguarda i vini slow, alla fine son gusti personali.
@Giovanni: spero di vederti presto... Ancora non son riuscito a mettere in cantina il tuo Faro!

giovanni scarfone ha detto...

... e io nemmeno una tua bottiglia, ma che tipi che siamo!!
speravo di vederti a firenze.
a presto.

Anonimo ha detto...

Thanks :)
--
http://www.miriadafilms.ru/ приобрести кино
для сайта ladistesa.blogspot.com