sabato 15 dicembre 2012

Cade il velo

D'improvviso, con un anno di ritardo, il Partito Democratico capisce cosa sta accadendo in Europa. Complimenti. Ora, chiedono a Mario Monti di fare un passo indietro e di non candidarsi (salvo a parole difenderne l'agenda politica).
Cade il velo del "governo tecnico". Il governo più politico degli ultimi anni, in realtà: quello che è riuscito là dove anche Berlusconi era fallito. Sterzare a destra il timone della politica economica italiana.
Cade il velo su di un partito diviso in due, fra liberisti e socialisti. Gente che ovunque nel mondo starebbe in due partiti differenti...
Cade il velo sulle manovre "salva Italia": in realtà finora hanno salvato solo gli interessi di un blocco sociale ed economico, il 10% che in Italia possiede il 50% della ricchezza, e le azioni delle banche piene fino al collo di debito pubblico italiano.
Ciò che andava fatto un anno fa, oggi non non si può più fare: mettere l'Europa di fronte alle responsabilità di Silvio Berlusconi, andare a elezioni immediate, trattare condizioni di rientro dal debito consci di essere "troppo grandi per fallire" e rifiutare l'austerità "alla greca" che in una fase di economia depressa è esattamente la politica opposta a quella necessaria. Questa doveva essere la linea un anno fa.
Il PD, no. Ha preferito salvare i ricchi. Salvare Berlusconi, ancora una volta. Creare un nuovo "mostro", il tecnocrate Mario Monti, elevare nuovamente l'Europa non a orizzonte destinale e a comunità di riferimento ma a deus-ex-macchina che decide per noi cosa è giusto e cosa è sbagliato. Si chiami TAV, rientro dal debito, privatizzazione dei servizi pubblici: si fa perché lo vuole l'Europa, non perché sia giusto o sbagliato.
Tristezza.
Tristezza vedere Vendola inseguire i pazzi scriteriati di una sinistra salottiera che insegue Monti. Tristezza osservare lo spaesamento di chi ha capito che comunque vadano le elezioni ci sono forze gigantesche e fortissime che premono per un proseguimento della macelleria sociale degli ultimi anni. E così ci si affretta a rassicurare i mercati... Non gli operai in cassa integrazione, non i giovani precari, non gli insegnati sottopagati o i Comuni che non riescono a chiudere i bilanci.
Qualcuno lo dovrebbe dire in modo chiaro: l'Italia sta peggio di un anno fa. La disoccupazione è aumentata, il reddito è calato. E i conti non sono migliorati. Col rischio di dar ragione al Berluska, lo spread è un indicatore assurdo per misurare i progressi economici di una nazione. La realtà è che non raggiungeremo il pareggio di bilancio e che il rapporto debito pubblico/PIL è ulteriormente peggiorato.
Per chi ancora non ci credesse, basta leggere un bel libro: "La cura letale" di Mario Seminerio. Rizzoli. Ma non c'è da preoccuparsi, il 2013 sarà peggio.


martedì 11 dicembre 2012

Lessico di un vignaiolo che dissente TOUR

Ecco le prossime tappe ufficiali di presentazione del libro:

- Jesi, 13 dicembre.
Antiche cantine del Porticello, con degustazione e aperitivo-cena. Ore 18.30

- Roma, 22 dicembre.
Atelier ESC, Via dei Volsci. Reading musicale featuring Giuliano Dottori. Ore 20.00

- Bologna, 10 gennaio.
Lortica Garden Wine.

- Corridonia, 12 gennaio.
Slow Food condotta di Corridonia.

- Macerata, 25 gennaio.
Centro Sociale Sisma, con cena a base di prodotti Biologici.